DAL ‘700 ALLE PRIME BATTAGLIE PER LA LIBERTÀ

Piantina Teresiana di Montebello del 1723

Nel 1743 con il trattato di Worms tutto l’Oltrepò e Montebello entrarono a far parte del Regno di Sardegna e in particolare della provincia di Voghera passando sotto l’egida di Torino e non più di Pavia.

Nel 1782 avvenne la soppressione del monastero dei Santi Gervasio e Protasio. Il Regno di Sardegna ne incamerò i beni che successivamente furono messi all’asta ed i proventi finirono alla Regia Marina. Gli effetti di questo provvedimento furono la sottrazione al potere ecclesiastico della “mano morta” di rilevanti quantità di beni immobili tra cui il monastero e ingenti estensioni di terreno ubicate nella pianura e il conseguente passaggio a proprietà privata di nobili famiglie. Altro effetto fu che la Parrocchia di Montebello, privata dei benefici ecclesiastici, e con la sola chiesa e canonica annessa, da allora fu retta da parroci secolari e non più regolari come era stato fino dall’origine.

Famosa è poi la battaglia del 9 giugno 1800 combattuta tra l’esercito Napoleonico comandato dai marescialli Lannes e Victor e quello Austriaco al comando del generale Ott. In seguito a questa vittoria il maresciallo Lannes fu insignito del titolo di duca di Montebello (1804).

Nel 1817 in seguito alla ristrutturazione delle diocesi, dopo il periodo Napoleonico, la Parrocchia di Montebello e quella di Genestrello passarono dalla Diocesi di Piacenza alla Diocesi di Tortona.

Nel 1824 don Pietro Martire Beccaria Giorgi proprietario anche del monastero (oggi Palazzo Dal Pozzo) vendette molte delle sue proprietà in Montebello al Collegio Gesuitico di Genova. Tra le proprietà vendute ci furono 5.000 pertiche milanesi di terreni situati principalmente nella pianura e il Palazzo limitrofo a Villa Serpi (proprietà attuale Colombi, Girardelli, Franchini) in cui fissarono la loro sede i padri Gesuiti che rimasero a Montebello fino al 5 marzo 1848 quando Re Carlo Alberto li cacciò dal regno ed incamerò tutte le loro proprietà.

Nel 1854 tutte le proprietà demaniali furono messe in vendita e divennero di proprietà di vari privati.

Da scritti di Gian Pietro Scaglia, raccolti e rielaborati da Emilio Mietta

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